Gocce di Ippocrasso

Confetture

 

Dopo il successo di "Passione Rossa" e "Noblerot" Danilo viene contattato da un altro produttore di vino per realizzare delle praline.

Si tratta del vino "Polvere di Ippocrasso", un vino speziato
con lavorazione "medievale"
prodotto nella Val d'Agri (Potenza)
dall' Agriturismo ParcoVerde.

Anche questo abbinamento
è un successo e nascono le praline
"Gocce di Ippocrasso"
di cioccolato fondente con un ripieno di morbida ganache al vino.

All'assaggio è una sinfonia di note speziate con prevalenza dello zenzero...

Confezione praline
da 14 pz. - 170 g.


Confezione regalo
vino e praline






 

La leggenda

"Così nacque la Polvere
di Ippocrasso".
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Un giorno, tanto tanto tempo fa, i grandi saggi dell'unico popolo kendot si riunirono per escogitare un gioco che potesse far tornare l'allegria sopita tra il proprio popolo. Divisero il grande popolo in cinque tribù, e dissero loro di prendere una direzione e seguirla finchè non avessero trovato un oggetto, un qualcosa che fosse, per propria natura, raro, insomma: un tesoro.

Dissero inoltre che, una volta raggiunto l'obbiettivo, sarebbero dovuti tornare il più celermente possibile; avrebbe vinto la tribù che sarebbe tornata nel minor tempo possibile e con l'oggetto più bello. Passarono i giorni, passarono le settimane,passarono i mesi e... fortuna volle, che le tribù tornarono praticamente lo stesso giorno. Nel centro del campo vi era un grosso paiolo per poter contenere gli oggetti così orgogliosamente trovati. Arrivò la prima tribù e mise nel contenitore un sacchetto chiuso: "veniamo da est e questa è polvere che brucia", disse orgogliosamente il loro capo. La seconda mise nel paiolo un altro sacchetto chiuso, dicendo: "in questo sacchetto vi è un portentoso medicamento che portiamo da sud".

Arrivò la terza tribù, tutta trafelata, con un enorme sacco: "questi granelli del nord serviranno per addolcire le nostre zuppe" . La quarta tribù, mise un sacchettino, simile ai primi due e disse: nulla, semplicemente non disse nulla, se non che aveva viaggiato verso ovest. I saggi stettero a guardare i ritardatari che giungevano in quel momento tutti trafelati... Si sapeva che la quinta tribù era sempre stata quella che arrivava in maniera quanto più rocambolesca possibile! Fattostà che arrivò e, senza curarsi del fatto che era già stato decretato l'ordine di arrivo, con la solita distrazione (anzi, forse ancora più del solito), pensando essere i primi, versarono il loro abbondante liquido rosso nel paiolo... Ci si accorse solo in quel momento dello strano modo di muoversi dei componenti della tribù. Sbottò d'un tratto il capo: "Oh saggggii venia-mo da-lla lun-a ed abbiamo trovato questa port-ent-osa be-vanda che fa vedere tutto strano". I saggi non capivano. Si guardarono tra loro ed iniziarono a ridere per lo strano comportamento degli appartenenti alla tribù. Iniziarono i festeggiamenti per il ritorno e la riunione del popolo kendot, e tutti si dimenticarono dei tesori portati con così tanto zelo. Dopo pochi giorni, a festeggiamenti appena terminati, i saggi non poterono più distinguere i vari sacchetti tra loro, in quanto essi erano ormai un tutt'uno col liquido rosso. Non si riuscì a decretare la tribù vincitrice, ma il liquido che si era venuto a creare risultò decisamente dolce e gustoso. Così nacque l'Ippocrasso.

La leggenda continua dicendo che le tribù divennero clan, che essi, con il passare del tempo, si dispersero nel mondo e che i singoli kendot si persero infine vagando da soli per il mondo. Un giorno, nel lontano futuro, si narra che, i cugini si riuniranno di nuovo tutti secondo i clan originari, che i clan ridiventeranno tribù, ed infine che le tribù cesseranno di esistere mostrando che il popolo kendot è in realtà uno solo, con gli stessi obiettivi e con le stesse caratteristiche...



Approfondimento

Maggiori informazioni sulla nascita dell'Ippocrasso. Leggi...

Scheda di Approfondimento

POLVERE DI IPPOCRASSO

Nel ringraziarVi per la cortese attenzione vorrei portare a vostra conoscenza qualche nozione storica e d'uso, inerente al vino medioevale.

Si presume che nasca attorno al 460 a.C. anche se vede il suo largo uso nel periodo medievale dall'anno 1000 al 1700 per poi scomparire del tutto. Deve il suo nome al probabile largo uso fatto da Ippocrate nonché suo probabile inventore.

Nel medioevo veniva servito a fine pasto abbinato ai dolci anche se personalmente credo abbia ancor più originalità l'abbinamento con formaggi stagionati, erborinati ed eventualmente abbinati ad una composta o confettura. Nel nostro agriturismo siamo soliti servirlo con il Pecorino di Moliterno abbinato ad acini d'uva caramellati oppure un gorgonzola piccante con marmellata di mandarino.

La sua composizione vede oltre al vino il miele,cannella, zenzero galanga secca e pepe nero. La base del vino è un Bordolese dell'Alta Val d'Agri con un 20% di Aglianico. La preparazione è totalmente artigianale ed il suo filtraggio viene fatto ancora con i panni come un tempo, a lotti da 20 litri. Nel caso si dovesse trovare una piccola posa nel fondo si tratta semplicemente di cannella.

La sua conservazione una volta aperto avviene in frigorifero. Dato che il vino non ha alcol aggiunto, chiudere bene la bottiglia e le spezie con cui è profumato faranno da conservante per 2/3 mesi senza alterazioni. Consigliamo di servirlo freddo, 6/8° in piccole quantità (0,4 nella quantità che si servirebbe una grappa)

Walter Tesoriere



Poesia

Autore: Paolo Sciortino
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